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F.C. BOLZANO BOZEN 1996   
CAMPIONATO SERIE D 2005/06 - Girone D  
 
25
° GIORNATA
Domenica 05.02.06 
BOLZANO : BELLUNO 2 - 3
 

RASSEGNA STAMPA


Oltre il danno la beffa: espulsione di Ghione al 50° dell' incontro e rigore per il Belluno che batte così il Bolzano.Parapiglia finale ed espulsione anche per Cosa (autore di una bella  doppietta).  

Matteo:
"Non so ancora se sono più avvilito o arrabbiato per quanto è successo. Non è la prima volta quest' anno che pago per situazioni di gioco del tutto casuali ed involontarie penalizzando così la mia squadra. Sono pronto ad assumermi tutte le responsabilità, ma... la mia coscienza è pulita!"    (M.G.O.W.)
                       

Cosa è davvero successo al 95° della ripresa di Bolzano - Belluno nella cronaca di  Sergio Trabalza su  "L' Adige" ...
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Matteo Ghione (nella foto de "Alto Adige") abbandona il terreno di gioco al 50° del secondo tempo per una decisione arbitrale assurda che ha fatto infuriare i tifosi del Bolzano.


LE PAGELLE di Lunedì 06 Febbraio 2006    

Bolzano-Belluno 2-3

BOLZANO
(4-4-2): Cima 6; Armah 6, Ghione 6, Valenti 6, Celia 6; Franzoso 6, Minici 6 (28’ st Scaratti), Sacco 6 (23’ st Bertotto), Beha 6.5 (11’ st Olivari); Basile 6, Cosa 7. All.: Gazzetta 6.

BELLUNO(4-4-2): Minet 6; Brustolon 5, Rostellato 6, Tardivo 6, Cremasco 6; Da Rold 6, Lazzaretti 6.5 (27’ st Corbanese 6), Brustolin 6, Bez 6; Zavarise 6.5 (33’ st Camerin 6), De Lazzer 6. All.: Pasa 6.

ARB.: Bertolini (Fo) 4.

RETI: pt 30’ e st 453 rig. Cosa (Bo); st 17’ Zavarise (Be), 22’ st Brustolin (Be), 50’ Rostellato (Be) rig.
ESP.:
st 47’ Ghione (Bo).

BOLZANO. Altro che fair play a fine gara, la nuova norma che impone alle squadre di stringersi la mano e alla terna. L’arbitro concede al 95’ un rigore al Belluno stracontestato dal Bolzano che perde anche Ghione per espulsione. Al fischio finale è rissa, rosso per Cosa, la cerimonia fair play salta e si tiene frettolosamente e sommariamente nel tunnel degli spogliatoi.
 



Lunedì 06 Febbraio 2006

Il team biancorosso si sente ancora una volta penalizzato:
«È il terzo episodio dubbio dopo gli incontri con Sanvitese e Rovigo»
Esplode la rabbia dei seicento. Il pubblico inveisce contro la decisione che ha segnato la sfida
di Andrea Anselmi

BOLZANO. Un pubblico delle grandi occasioni nell’occasione sbagliata. Eh sì perché gli oltre 600 tifosi biancorossi che hanno assistito al derby delle Dolomiti fra il Bolzano ed il Belluno sono usciti dallo stadio «Druso» sconcertati ed inviperiti per i torti arbitrali subiti dalla squadra di Gazzetta, con quest’ultimo perlomeno compiaciuto del fatto che il suo appello ad un maggior sostegno verso la sua squadra ha trovato risposta adeguata non solo nel numero di presenze allo stadio, ma anche nel tifo incessante che ha accompagnato il Bolzano nei momenti felici (leggi primo tempo e vantaggio di Cosa) ed in quelli di difficoltà (vedi secondo tempo e rimonta del Belluno). Ma gli errori arbitrali - e non è la prima volta - commessi ai danni del Bolzano (un rigore non assegnato ai biancorossi ed un altro invece concesso “ad occhi chiusi” al Belluno a tempo abbondantemente scaduto) hanno rovinato quella che poteva essere celebrata come una domenica di fertile sinergia fra la squadra biancorossa ed i suoi supporter. Inevitabili, a fine gara, le proteste del clan biancorosso.
Eh sì, perché una volta può essere un caso, due diventano un indizio e tre assumono i contorni di una prova. Quale? Diciamo che i biancorossi iniziano a sentirsi un po’ perseguitati dagli arbitri e dai loro errori. Quelli commessi nel match contro il Belluno non sono infatti un caso isolato. Già contro Sanvitese e Rovigo il Bolzano aveva lamentato - a ragion veduta - torti evidenti perpetrati ai suoi danni. Contro la Sanvitese si ricorda un rigore inesistente concesso ai friulani per fallo impercettibile di Armah. Si era a metà ripresa ed i biancorossi conducevano piuttosto autorevolmente il match per 1-0. Il finale fu di 2-1 per la Sanvitese.E che dire del match perso a Rovigo con la capolista in gol al 90’ su azione viziata da evidente fallo di mano di Guazzo?
Insomma, i precedenti negativi non mancano e gli episodi che hanno deciso il match a favore del Belluno non aiutano a valutare con serenità l’operato del direttore di gara Bertolini di Forlì.
Il presidente Murano contiene la rabbia, ma non può fare altrettanto con l’amarezza che gli segna il volto e l’espressione. «Dal mio punto di osservazione non posso dire con certezza di aver visto una cosa piuttosto che un’altra. Dico solo che al quinto minuto di recupero non mi sembrava proprio ci fossero gli estremi per accordare un calcio di rigore, specie perché l’arbitro ha assunto questa decisione con ritardo e solo dopo aver espulso Ghione. Ma ciò che più mi indispettisce è il fatto che in precedenza c’era un rigore grande come una casa a nostro favore. Ma l’arbitro non l’ha fischiato. E non è la prima volta che ci negano rigori solari, fischiandocene invece contro di molto dubbi. Questi episodi mi fanno riflettere sul senso del lavoro che sto portando avanti con grande entusiasmo. Perché non possiamo pagare per errori commessi dagli altri».
Ma lo spirito combattivo di Murano emerge poco dopo con la generosità che contraddistingue il presidente: «Tutta la rabbia che abbiamo accumulato oggi (ieri per chi legge, ndr) dobbiamo trasformarla in energia da riversare sul campo già nella trasferta di mercoledì sul campo del Cervia. Alla Coppa Italia teniamo molto, specie perché ci può schiudere ulteriori spiragli di C2».
Paolo Valenti è stato testimone oculare del rigore concesso al Belluno e dell’espulsione di Ghione. «L’arbitro era girato di spalle e si è fatto “convincere” dalle proteste dei giocatori del Belluno».


Un rigore avvelenato manda il Bolzano al tappeto
Allo scadere del tempo di recupero assegnato un penalty dubbio che scatena l’inferno
Drammatico finale allo stadio Druso dove il risultato cambia tre volte in pochi minuti
di Andrea Anselmi

BOLZANO. C’è tanto veleno in coda ad una partita che il Bolzano non meritava di perdere e che invece ha perso per effetto di un rigore “fantasma” trasformato dal Belluno al 95’. Rigore che definiamo “fantasma”, in quanto il direttore di gara era girato di spalle nel momento in cui c’è stato, a palla ormai lontana, il contatto in area biancorossa fra Ghione e Brustolon, col primo indiziato di una manata lieve quanto ingenua al volto dell’avversario. Ma non avendo visto l’accaduto, l’arbitro non avrebbe dovuto agire d’intuito, accordando - senza consultare il suo assistente - la massima punizione dopo aver espulso Ghione. Sanzione comminata anche a Cosa, a fine partita.
In un finale di match concitato e anche piuttosto spigoloso, col Bolzano tutto proteso in avanti alla ricerca del pareggio dopo la rimonta del Belluno che in cinque minuti - a metà ripresa - aveva ribaltato il risultato annullando il vantaggio biancorosso firmato da Cosa alla mezz’ora del primo tempo, il direttore di gara - Bertolini di Forlì - ha letteralmente perso le redini dell’incontro, non riuscendo più a ritrovare un certa serenità di giudizio e inanellando una lunga serie di errori, generata da quel malcostume arbitrale che si chiama compensazione e che si manifesta in un susseguirsi non sempre equo di torti procurati e poi risarciti sommariamente all’una e all’altra squadra.
È ciò che è capitato ieri al «Druso», col Bolzano a pagarne lo scotto e a sentirsi legittimamente penalizzato. Gli errori in serie di Bertolini hanno inizio al 31’ del secondo tempo, quando Brustolon respinge di mano una conclusione di Bertotto diretta nello specchio della porta.
Di fronte alle proteste dei giocatori del Bolzano, l’arbitro si appella alla involontarietà, commettendo però un grave errore tecnico, in quanto per valutare il fallo di mano di Brustolon doveva tenere conto solo e soltanto del danno procurato al Bolzano in presenza di una chiara occasione da gol e di un tiro destinato nello specchio della porta del Belluno.
Nei minuti successivi, Bertolini deve aver ripassato mentalmente il regolamento, giacché al 45’ della ripresa ha “premiato” lo scaltrezza di Cosa che - dopo essersi incuneato in area di rigore fra due avversari (Rostellato e Da Rold) - ha cercato e trovato il contatto. Rigore che Cosa (13ª rete in campionato) trasforma, per il momentaneo 2-2. Se gli errori (e le compensazioni) dell’arbitro si fossero fermate qui, nessuna delle due squadre - probabilmente - avrebbe protestato più di tanto a fine partita, accettando il salomonico pareggio e la equa ripartizione dei torti subiti. Invece lo sventurato Bertolini si è fatto condizionare dalle proteste del Belluno, che al 90’ stava vedendo sfumare una vittoria a lungo assaporata nel secondo tempo dopo il micidiale «uno-due» assestato da Zavarise e dall’ex Brustolin, quest’ultimo autore del classico gol della domenica con un jolly da fuori area più unico che raro, specie per uno come Brustolin che il gol non sa neanche dove stia di casa.
Ma una “prodezza” - espressione da intendersi in modo più che mai ironico - la sfodera dal suo cilindro anche Bertolini, che nel corso del quarto minuto di recupero non vede, ma comunque sancisce col rigore una presunta - anche se probabile - manata di Ghione sul volto di Brustolon. Un rigore che magari poteva anche starci, ma che diventa “fantasma” in mancanza dell’unico testimone oculare deputato a giudicare, overossia l’arbitro che a fine partita completerà il suo capolavoro” espellendo Cosa sulla via per gli spogliatoi.
Insomma, un pasticciaccio brutto (e non è la prima volta) commesso ai danni del Bolzano, che - pur privo di due pezzi da novanta come Lucchini e Salviato - non avrebbe meritato di uscire sconfitto.
Tanta rabbia, da trasformare in energia per il match di mercoledì a Milano Marittima contro il Cervia nell’andata dei quarti di Coppa Italia.


Le Pagelle

Cima 6,5 - Incolpevole sui gol e in assoluto inappuntabile. Sventa due conclusioni insidiose e smanaccia con tempismo alcune palle vaganti.
Ghione 5 - Inizia concedendo troppa libertà a Da Rold, poi perde Zavarise sul primo gol del Belluno ed infine causa ingenuamente il rigore decisivo.
Franzoso 6 - Non impeccabile, ma giustificato per essere sceso in campo in precarie condizioni fisiche.
Valenti 6 - Deciso, fin troppo. Gioca sempre al limite del fallo.
Armah 6 - Prestazione onesta contro un cliente difficile come Lazzaretti.
Sacco 6 - Fa legna in mezzo al campo, badando al sodo. Pregevole un suo lancio che Beha non concretizza a tu per tu col portiere ospite. Dal 22’st Bertotto 6,5, che spinge sulla fascia come un forsennato.
Celia 6,5 - Solito, prezioso lavoro di «taglio e cucito» davanti la difesa.
Minici 6,5 - Apprezzabile per corsa, dinamismo ed intraprendenza. Ottimo primo tempo, meno incisivo nella ripresa. Dal 27’st Scaratti 6: vivace.
Basile 6,5 - Magari non continuo per tutti i novanta minuti, ma quando la palla passa per i suoi piedi ne esce sempre una giocata fertile per le punte.
Beha 6 - Si mangia un gol-fatto, ma ad inizio ripresa inventa uno splendido assist che Cosa spreca. Dal 12’st Olivari 6, che dimostra di essere guarito, ed è già una bella notizia.
Cosa 7,5 - Come Schillachi nella stagione dei Mondiali di Italia 90. Gli basta calciare verso la porta per trovare il gol. E lui ne fa due, procurandosi al 90’ il rigore del momentaneo 2-2. E in totale fanno 13. (ans)


L’INTERVISTA
Analisi e rimpianti a fine partital. Manfredi Beha non si dà pace per l’occasione da gol mancata «Mia la palla per chiudere la partita»

BOLZANO. A fine partita Manfredi Beha non si dà pace. Anzitutto per la palla-gol sciupata nel primo tempo. «Eravamo appena andati in vantaggio con Cosa e io avrei potuto chiudere virtualmente il match. Sono scattato con tempismo, arrivando tutto solo davanti al portiere del Belluno. Purtroppo ho angolato troppo il tiro e la palla è sfilata sul fondo dopo aver lambito il palo. Peccato, perché se fossimo andati sul 2-0 avremmo senz’altro portato a casa i tre punti».
L’occasione per fare il bis si è ripresentata anche ad inizio ripresa. Ma questa volta Beha non ha niente da rimproversarsi. Anzi è stato proprio lui con una bella azione personale a porgere a Cosa il calibrato cross da incornare in rete. «Ma Francesco ha commesso il mio stesso errore, angolando troppo la conclusione», commenta Manfredi con rammarico.
«Era una partita che avremmo potuto vincere con pieno merito - sottolinea ancora Beha -. A metà ripresa ci siamo ritrovati in svantaggio senza quasi accorgercene. Il Belluno non ha poi fatto molto, segnando due gol con altrettante azioni estemporanee. Incredibile la seconda rete, nata da un tiro irripetibile e molto fortunoso di Brustolin. Cionostante eravamo riusciti a riequilibrare l’incontro allo scadere con il gol del pareggio su rigore. Ma poi l’arbitro ci ha messo del suo. Matteo mi ha assicurato che la sua manata al volto di Brustolon non era volontaria». (ans)


                                       
Lunedì 06 Febbraio 2006         

Una sconfitta che brucia quella subita allo stadio Druso dal Bolzano
di SERGIO TRABALZA

Una sconfitta che brucia quella subita allo stadio Druso dal Bolzano. Battuto in pieno recupero ed in maniera rocambolesca per 3 a 2 da un volitivo e mai domo Belluno. Una gara persa in malo modo, grazie ad un pesante contributo in negativo di una mediocre terna arbitrale, composta dal direttore Bertolini di Forlì e dai guardalinee Gotti e Amati di Bologna. Che, a parte i regolari e bellissimi gol di Cosa al 31' del primo tempo su punizione e di Zavarise al 16' e Brustolin al 20' del secondo su brillanti azioni personali, non ha poi assegnato, per un macroscopico fallo di mano in area di Brustolon al 29' della ripresa, un giustissimo e sacrosanto rigore ai bolzanini. Che l'hanno reclamato a lungo. Tuttavia, sul 2 a 1 per i bellunesi, forse per via della legge di compensazione con la quale si cerca di rimediare ad un errore o svista, il signor Bertolini, ad un minuto dalla fine dei tempi regolamentari, per uno spintone in area del difensore ospite Costellato ai danni del bomber bolzanino Cosa, decretava, fra le proteste dei bellunesi, un non troppo convincente calcio di rigore a favore del Bolzano. Penalty che veniva comunque trasformato dallo stesso Cosa al 45'. Ma, purtroppo, sul 2 a 2,
le pasticciate della terna arbitrale non finivano qui. Tanto che, quattro minuti dopo, su una non volontaria manata di Ghione su Brustolon al 48', il fischietto Bertolini, non avendo visto nulla di falloso, prima decretava una punizione a favore del Bolzano, salvo poi, cambiare opinione ed espellere prima il giovane difensore bolzanino e poi assegnare un inesistente calcio di rigore al Belluno. E tutto ciò, fra le infinite rimostranze e proteste degli altoatesini, perché Bertolini, inflessibile, pur non avendo visto la manata ma avendola solo intuita dal rumore, indicava inflessibile gli undici metri. Sul dischetto si portava così Costellato, che freddamente, batteva Cima. Sul 3 a 2, le contestazioni dei bolzanini non cessavano nemmeno dopo il fischio di chiusura. Tanto che, il bomber Cosa, dopo aver chiesto educatamente ragione di quel cambio di decisione all'arbitro Bertolini, veniva espulso con cartellino rosso. Ad onore del vero, la gara è stata molto vivace e combattuta per tutti e novantasei i minuti. Con occasioni da gol per entrambe le formazioni. Come ad esempio al 18'per Zavarise, al 21'per Brustolin e, al 27'e 41' per Lazzaretti, tutti del Belluno. Oppure, come al 32' e 49' per Beha, al 65' per Cosa, e al 66' per Olivari. Dato il rocambolesco risultato di 3 a 2 che ha premiato il Belluno, prima abbiamo privilegiato la cronaca, lasciando al dopo il commento. La sfortunata gara degli uomini di Gazzetta, ha comunque avuto anche due indicazioni positive. La prima, è quella che a 13 giornate dalla fine del campionato il Bolzano è già salvo. La seconda la bella forma di Cosa, che ieri, ha raggiunto le 13 marcature stagionali. Le constatazioni negative sono anche due. La prima è che il Bolzano ha perso l'imbattibilità del proprio campo e, la seconda,. È che pure la difesa, con 23 reti subite, non è poi più così imperforabile come sembrava. La notizia buona però, è quella che Ghione e Cosa, espulsi contro il Belluno, potranno invece essere disponibili per mercoledì prossimo contro il Cervia in Coppa Italia.


Le Interviste / Murano: rigore inesistente

BOLZANO - L'allenatore Ennio Gazzetta, non proprio felice per come sono andate le cose, se ne va quasi subito. Sul campo, rimane invece un demoralizzato presidente. «Ogni stagione - afferma Franco Murano - succede qualcosa. Quello che è successo con il Belluno, l'hanno visto tutti. Ogni qualvolta riusciamo a fare qualcosa di buono, c'è sempre qualcuno che si oppone. Rigori a favore, o rigori contro, io non voglio più dire niente. Non c'è mai una arbitro, che non dico sia a nostro favore ma, che sia comunque imparziale. Sul gol di Zavarise, c'era un primo fallo a nostro favore. Che non è stato fischiato. Dal quale è scaturito il gol dell' 1 a 1 bellunese. Il secondo gol poi, è stato un eurogol del nostro ex giocatore Brustolin…e va bene. Noi, abbiamo pareggiato con il rigore calciato da Cosa al 44'. Poi non si sa perché, ci sono stati cinque minuti di recupero, che hanno portato al rigore inesistente fischiato da Bertolini, e trasformato oltre i minuti del recupero». S.T.


Le Pagelle

BOLZANO 2 BELLUNO 3

RETI: 31'pt Cosa (Bz), 16'st Zavarise (Bl), 20'st Brustolin (Bl), 45'st Cosa (Bz) su rigore, 49'st Rostellato (Bl) su rigore.

BOLZANO (4-3-3): Cima 6, Armah , Ghione 5,5 Valenti 6, Celia 6, Franzoso 6, Minici 6 ( 27'st Scaratti ), Sacco 5,5 ( 25'st Bertotto ), Beha 6 ( 11'st Olivari 6), Basile 6, Cosa 7. A disposizione: Psenner, Ottofaro, Scaratti, Soldani. Allenatore: Gazzetta E.

BELLUNO (4-4-2): Minet, Brustolon, Rostellato, Tardivo, Cremasco, Da Rold, Lazzaretti ( 25'st Corbanese), Brustolin, Bez, Zavarise ( 33'st Camerin ), De Lazzer. A disposizione: Bianchet, Solagna, Simoni, Pasquotti, Costa. Allenatore: Pasa. ARBITRO: Bertolini di Forlì.

NOTE. Terreno da gioco in buone condizioni. Spettatori 400. Ammoniti: Valenti, Minici e Basile ( Bz) e Brustolin ( Bl ). Espulsi: Ghione ( Bz ) al 48'st e Cosa ( Bz ) a fine partita per proteste nei confronti dell' arbitro. Angoli 3 a 1 per il Bolzano. Recuperi: 1' e 6'


"Alto Adige" Martedì 7 Febbraio 2006

Mister Gazzetta: «Troppi torti in questa stagione»
La nota lieta arriva dalle tribune: «Ringrazio i tifosi, hanno capito il mio appello»
di A. Anselmi

BOLZANO. Dimenticare il derby col Belluno e trasformare la rabbia per i torti subiti in energia da riversare sul campo già da mercoledì. Dopo ciò che è accaduto domenica al «Druso», non è facile voltare pagina. Ma il Bolzano deve comunque farlo, perché dopodomani c’è la sfida col Cervia.
Mister Gazzetta, all’indomani della sconfitta beffarda col Belluno se la sente di commentare la gara?
«Lo faccio volentieri, ma prima permettetemi di scusarmi per non essermi presentato in sala stampa, domenica. Ho sbagliato, ma se avessi parlato a caldo poi me ne sarei pentito...».
Tanta rabbia, par di capire...
«Diciamo che abbiamo perso una partita che avremmo meritato di vincere. I motivi della sconfitta sono sostanzialmente due: l’eccessiva severità di un arbitro che ha voluto ergersi a protagonista in maniera inopportuna e l’ingenuità di un ragazzo di 18 anni che è stato perlomeno imprudente. Al 5º minuto di recupero di una partita combattuta e maschia, un arbitro non può punire unilateralmente una scaramuccia fra due giocatori, andando a penalizzare la squadra di casa, dopo che alla stessa aveva negato pochi minuti prima un rigore clamoroso. Ma, purtroppo, la cosa non mi sorprende più, perché di questi torti noi ne abbiamo già subiti diversi nel corso di questa stagione. E guarda caso sempre in partite importanti, se non decisive, per l’alta classifica. Fra Sanvitese, Rovigo e Belluno ci abbiamo rimesso almeno cinque punti. Fate voi i calcoli e poi ditemi dove sarebbe adesso il Bolzano senza tutte queste sviste arbitrali. Però, per la partita col Belluno, dobbiamo anche recitare il mea culpa».
Vale a dire?
«Dopo il gol del vantaggio di Cosa a metà primo tempo, avevamo la partita in pugno. E potevamo chiuderla, se Beha, lo stesso Cosa e Ghione non avessero fallito tre nitide quanto facili occasioni da gol. Sul 2-0 i giochi si sarebbero senz’altro chiusi a nostro favore. Ma anche nel finale di partita abbiamo commesso alcune sciocchezze. Dopo aver acciuffato un pari che comunque ci sarebbe stato stretto, non dovevamo farci prendere dal nervosismo, né cadere in certe provocazioni».
Tiratina d’orecchi a Ghione?
«Non solo a lui. Anche Cosa dovrà spiegarmi il motivo per il quale si è fatto nuovamente espellere. Ma vorrei anche parlare degli aspettivi positivi».
Quali, precisamente?
«Il pubblico. Ringrazio i nostri tifosi che hanno dimostrato di aver compreso e condiviso il mio appello fatto in settimana, gratificando le mie buone intenzioni, che tali erano sin dall’inizio. Ho visto tanto pubblico e ho anche sentito un tifo incessante».
E adesso il Cervia.
«Vogliamo passare il turno. Domenica ho mandato mio fratello a “studiare” il Cervia, che è squadra forte e coi migliori giovani di tutta la serie D. Ma noi abbiamo tanta rabbia in corpo e un grande desiderio di riscatto. Per noi la Coppa è diventata l’obiettivo numero uno in chiave C2».


Il Bolzano, in attesa del derby di domani con il Mezzocorona, è alle prese sì con il problema delle squalifiche di Cosa (3 giornate), Ghione (2) e Valenti (una), rimediate nella gara con il Belluno persa per colpa del cattivo arbitro Bartolini di Forlì, reo di aver fischiato un discusso rigore contro i bolzanini al 50' del secondo tempo
di Sergio Trabalza  "L' Adige" 11.02.06

Il Bolzano, in attesa del derby di domani con il Mezzocorona, è alle prese sì con il problema delle squalifiche di Cosa (3 giornate), Ghione (2) e Valenti (una), rimediate nella gara con il Belluno persa per colpa del cattivo arbitro Bartolini di Forlì, reo di aver fischiato un discusso rigore contro i bolzanini al 50' del secondo tempo. Ciò comunque non toglie che ancora oggi allenatore, giocatori, società e tifosi, festeggino la grande vittoria per 4 a 3 ottenuta mercoledì scorso contro il Cervia, nei quarti di finale di Coppa Italia. Anche se, il mister Ennio Gazzetta e il presidente Franco Murano, stanno gettando acqua sul fuoco dell'entusiasmo, perché, dicono «calma e sangue freddo, ancora non abbiamo vinto niente». Detto questo torniamo all'arbitro Bartolini che sulla falsariga degli arbitri sospesi in serie A e B, è stato, su reclamo e prova televisiva inoltrata dal Bolzano alla Commissione arbitrale della Lega di serie D, sanzionato con 21 giorni di sospensione, di fatto tre domeniche senza pallone. Ma non è tutto. Il presidente Franco Murano ha pure inoltrato ricorso contro le ammonizioni di Cosa, Ghione e Valenti. Proprio nel suo referto, Bartolini ha scritto che Valenti è stato ammonito in occasione del calcio di rigore assegnato al Belluno al 50'del secondo tempo, con relativa espulsione di Ghione e gol del 3-2 finale a favore dei veneti. Se così fosse stato, Valenti, ammonito già una prima volta nel primo tempo, con la seconda ammonizione avrebbe dovuto essere espulso per doppia ammonizione, cosa non avvenuta e non riportata nel referto del direttore di gara. In questo modo, non espellendo Valenti, l'arbitro Bertolini sarebbe incorso in un clamoroso «errore tecnico». «E tutto ciò - afferma Murano - comporta al 99% dei casi la ripetizione di Bolzano - Belluno». Murano è un esperto di regolamenti e la vicenda di due anni or sono contro lo Jesolo insegna. Staremo a vedere.

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