Cristiano Lucarelli
" Tenetevi il miliardo "
una storia d' altri tempi

                       

Proprio così il miliardo e rotti di vecchie lire è stato rifiutato da
Cristiano Lucarelli, calciatore attaccante del Livorno, ed è raccontato nel libro “Tenetevi il miliardo”, scritto da Carlo Pallavicino (nella foto a sinistra)procuratore calcistico. Appunto.

 

A fare la presentazione del libro alla Festa Nazionale dell’Unità di Genova è Darwin Pastorin che di calcio se ne intende, oltre che direttore di importanti magazine sportivi è anche l’autore di “Tempi Supplementari”, dove il calcio diviene metafora della vita. Appunto.

D. Pastorin introduce con un ricordo e tante domande. Ricorda subito il rifiuto di molti anni fa di Gigi Riva che disse no alla Juventus per il Cagliari; perché a Cagliari si viveva bene disse e subito dopo la prima domanda a Lucarelli: “oggi perché Livorno?”.

Sì, Cristiano Lucarelli ha scelto di giocare nel Livorno rinunciando ad un ingaggio doppio. “Ho scelto Livorno perché è la mia città e con questo ho realizzato un sogno che avevo fin da piccolo: giocare nella squadra di calcio della mia città, giocare all’Ardenza”.

La stessa domanda viene “girata” all’autore del libro, Carlo Pallavicino che oltre il procuratore di diversi giocatori tra cui Cristiano, si è scoperto anche scrittore. “Sì, Lucarelli ha rinunciato a oltre un miliardo firmando un contratto per 1,3 miliardi contro le offerte di 2,6 -2,8 di altre società. Ci ho rimesso anch’io, ma comprendo le scelte di Cristiano e poi conoscendo, io fiorentino, Livorno le condivido”.

A questo punto tra il pubblico Pastorin vede
Claudio Onofri (che è un altro di sinistra)e allora lo invita sul palco: anche lui ha fatto una rinuncia e quindi vogliamo sentirlo. Onofri racconta che diventando allenatore del Genoa aveva realizzato un sogno per poi abbandonarlo per un altro sogno divenuto più importante: vivere. Lasciare lo stress, abbandonare quel mondo tutto agonismo esasperato è stata una scelta di vita, della sua qualità. “Una scelta di vita  istintiva, pura, che mi avvicina in un certo modo alla scelta di Cristiano”. Grazie allora a C. Onofri. Grazie con l’applauso che i presenti gli riservano.

Interviene subito dopo l’editore, della Baldini e Castoldi, Alessandro Delai che ricorda di essere elbano e di giocare quindi in terra di Toscana; giocare anche a Livorno cui riconosce, come Pallavicino, terra di uomini straordinari. Per ciò ha deciso di pubblicare il libro, un libro per uno sport più vero.

Così il discorso prosegue, con tutti gli altri protagonisti della presentazione, con un atto d’amore verso la città di Livorno: una città che conquista per la sua tolleranza, la sua solidarietà –si ricorda “La Combutta”, una tra le prime associazione in Italia, per la solidarietà tra gli operai- non è un caso allora che il P.C.I. sia nato lì nel 1921. Per Pallavicino, Livorno ti invita a fermarti: “Guardate il suo mare, è un mare riposante, lì c’è la risposta…”.

Di Livorno vengono ricordati uomini straordinari; con il Presidente della Repubblica,
Ciampi, uno tra questi è il padre di Cristiano, Maurizio Lucarelli.
E’ anche per questo che per chi nasce a Livorno è naturale essere di sinistra; ed essere allora “comunisti” nell’ambiente del calcio è una faccenda scomoda. Alla ulteriore domanda sul calcio, se è di destra o di sinistra, l’autore del libro risponde:

“Nel calcio c’è l’ignoranza di sapere, di capire e capirsi. Di scoprire il calcio come un valore…ecco i valori sono sempre altri. Il calcio attuale in fondo è di destra perché è conformista e non vuole mettere il piede un po’ più in là del proprio mondo”.

Aggiunge Lucarelli: “Tra i calciatori si parla di auto, di orologi, si è superficiali. Per chi non ha avuto genitori come me che gli hanno trasmesso degli ideali, cui mi sono sempre riconosciuto, è difficile spiegare perché si può essere di sinistra e continuare ad esserlo”.

Cristiano Lucarelli è divenuto scomodo quando, dopo un gol, mostrò al pubblico la maglia con l’immagine del “Che”: una bandiera che non deve essere dichiarata. Per l’ambiente del calcio manifestare le scelte politiche dei giocatori non è ammissibile; possono farlo i presidenti, i dirigenti, ma questo è un altro discorso ed un’altro sport, un’altro calcio e forse anche un’altro libro: quello presentato qualche giorno fa sempre qui alla Festa Nazionale di Genova, “Il Cavaliere a due punte”.

Allora in conclusione: “Il calcio riuscirà a cambiare?” Risponde Pallavicino: “Io me lo auguro; spero che ridiventi il gioco divertente come lo è sempre in Inghilterra. In Italia è inquinato e troppo ridondante con implicazioni diverse”. Domanda finale di Pastorin a Cristiano: “A chi vorresti segnare un gol nel prossimo campionato?”. Per Cristiano è una domanda scontata: “C’è da dirlo?”. La prima partita del prossimo campionato sarà  Milan-Livorno. Con i tifosi livornesi avremo delle belle sorprese.  
Giorgio Boratto
 


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